29 settembre 2023. Presentato il progetto della stazione METRO C PORTA METRONIA alla presenza delle Istituzioni e di un nutrito pubblico. Noi del Comitato Mura Latine eravamo lì in gran numero. Molte erano le domande che avremmo voluto fare, ma non era previsto spazio per il pubblico.
Per prima cosa risolto il mistero del nome, inizialmente quello proposto era “Amba Aradam”, poi l’intestazione a “Giorgio Marincola” e infine si è giunti al nome definitivo “Porta Metronia”, che permette una maggiore identificazione del luogo in cui si trova la stazione.
È stato messo in risalto il lavoro fatto per mettere in sicurezza la caserma scoperta e risalente al II secolo d.C. con annessa ‘Domus del Comandante’. Caserma che sarà possibile attraversare con percorsi idonei, all’interno della stazione, in cui verrà ricostruito l’ambiente storico.
Tecnicamente tutta la stazione si sviluppa su 5 livelli per una profondità di circa 30 metri. Grande risalto è stato dato alle tecniche e tecnologie utilizzate per lo spostamento della caserma, per la sua messa in sicurezza, per la profondità degli scavi, ma è evidente che lungaggini amministrative e burocratiche, sono state determinanti per il ritardo di anni nella prosecuzione dei lavori. Si parte, infatti, da prima degli anni 2000 per i primi studi, ma è solo nel 2003 che i lavori iniziano ufficialmente per finire nel ……..? In realtà, non c’è stata conferma della data di chiusura dei lavori che nei vari comunicati stampa era prevista per fine 2024, ora si comincia a parlare che sarà attivata prevedibilmente per i primi mesi del 2025. (Prima domanda che avremmo voluto fare).
Sono previsti due ingressi, il primo da via dei Laterani che consentirà da un lato di accedere ai treni e dall’altro alla parte museale. Il secondo lungo via Farsalo. Del terzo, ovvero quello con accesso da Viale Ipponio, non si è parlato. Dalle carte presenti sul sito di Metro C, l’ingresso alla piazza Ipogea era previsto da Viale Ipponio, ora invece dalle slide presentate è previsto appunto da via dei Laterani. Si è parlato genericamente di rifacimento dei giardini di Via Illiria ma non è chiaro come avverrà la riqualificazione. (Seconda domanda che avremmo voluto fare).
Pur ammirando l’impegno ingegneristico per rendere possibile i lavori della metro a 30 mt di profondità, in concomitanza con gli scavi archeologici, ci sono ulteriori elementi della presentazione del progetto che non ci hanno convinto.
Eccoli di seguito.
Probabilmente, i rendering alterano la realtà, ma è evidente che la progettazione ricalca i grandi e desertici corridoi delle stazioni della Metro B1, che lasciano un senso di vuoto e angoscia a chi li percorre. Ciò che abbiamo visto della piazza ipogea, è, infatti, una grande superficie vuota e di cemento, senza elementi di arredo urbano che vengano incontro all’utenza, senza riparo dagli agenti atmosferici (pioggia ma anche il grande caldo) e senza elementi di verde in un contesto urbano già troppo cementificato. Come Comitato riteniamo che una stazione che apre a ridosso delle Mura Aureliane debba assolutamente armonizzarsi con il paesaggio in cui si inserisce, non essere invasiva e non lasciare che il cemento sia il protagonista assoluto, come sembra essere il caso dal progetto presentato.
Le immagini renderizzate non sembrano lasciare dubbi e qui avremmo avuto piacere nel fare la Terza domanda e soprattutto immaginare di presentare proposte per pensare a chi l’attraversa o abita quei luoghi, coinvolgendo urbanisti e architetti del paesaggio: alberi con ampie tazze per permetterne la crescita, fontanelle, panchine, bike box per le biciclette. Si vuole evitare l’esempio dei marciapiedi realizzati per la stazione di San Giovanni: larghi, neri, assolati d’estate e che non lasciano scampo a chi esce dalla stazione e cerca di trovare un attraversamento pedonale.
La nostra Quarta domanda riguardava la sicurezza degli attraversamenti pedonali e della pista ciclabile che dovrebbe accompagnare il percorso lungo le Mura Aureliane: punto che non è stato inserito nella presentazione e che riteniamo essere fondamentale per il quadrante, in particolare alla luce delle sempre più numerose vittime della strada.
La nostra Quinta domanda riguardava l’illuminazione, di cui attualmente la zona è priva. Questo per garantire la sicurezza dell’utenza e anche per ridurre il pericolo vandalismi.
Il Comunicato Stampa di Roma Servizi della Mobilità recita che la “Metro C ha caratteristiche uniche al mondo proprio per l’assoluto valore storico monumentale e archeologico delle aree attraversate. Ma la realizzazione delle metro, invece di essere un ostacolo, diviene al contrario una opportunità di ricerca storico scientifica e di valorizzazione del patrimonio storico. I primi esempi di ‘stazione archeologica’ sono San Giovanni, già in esercizio, e appunto Porta Metronia. Un cantiere per visitare il quale sono arrivate richieste da tutto il mondo, proprio per la sua peculiarità di lavorare in un contesto unico”.
Anche noi come Associazione ci teniamo a che la realizzazione della metro non sia un ostacolo, ma una vera opportunità per i cittadini per rendere il quartiere ancora migliore e per dare lustro alla storia della città, ma non deve essere solo “un’opportunità di ricerca storico scientifica e di valorizzazione del patrimonio storico” sotterraneo. Contiamo di condividere con municipio e comune le nostre osservazioni, nella speranza che questa non sia l’ennesima occasione sprecata o opera incompiuta la cui mancata visione d’insieme rischia di non farne apprezzare il valore sia storico sia logistico, soprattutto considerati i costi ingenti sostenuti dalla cittadinanza sia in termini finanziari sia in termini di disagi alla mobilità.
La Sesta domanda riguardava i costi specifici della Stazione Metronia che non sono stati indicati. L’assessore Patanè ha comunicato il valore complessivo dell’opera Metro C: per chiudere la tratta fino a Farnesina si spenderanno 3 miliardi e 900 milioni di euro.